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Visualizzazione dei post da febbraio, 2022

Le Organizzazioni di Produttori (OP) - 2

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 Nel post precedente avevamo introdotto, in generale, l'argomento sulle O.P.  In questo, riassumiamo quali sono gli aspetti maggiormente significativi di questa forma di associazionismo: sono associazioni costituite solo in forma di SOCIETA' DI CAPITALI devono essere costituite su iniziativa dei produttori di un determinato settore; l'oggetto sociale deve sempre contenere lo svolgimento di attività di concentrazione della produzione, la commercializzazione tramite l'O.P. di una parte rilevante della produzione degli associati, oppure  ottimizzare i costi di produzione o sviluppare iniziative nel settore della promozione e della commercializzazione ; devono rispettare, per il loro riconoscimento da parte della Regione di appartenenza, dei limiti quantitativi (numero di imprese aderenti e percentuale di produzione che deve essere conferita presso l'O.P.); negli statuti sociali devono essere inserite delle regole che consentano ai produttori agricoli di controllare le

Le Organizzazioni di Produttori (OP)

Proseguendo con l'esame delle forme di aggregazione che possono essere di facilitazione ai produttori agricoli (che, quindi, agiscono per potenziare il lato "offerta" del settore agricolo), è necessario parlare delle  ORGANIZZAZIONI DI PRODUTTORI (OP) Esse sono delle forme di aggregazione direttamente previste dalla normativa comunitaria, con lo scopo dichiarato di rafforzare il potere contrattuale degli agricoltori. A questo link vediamo cosa pensa la commissione europea di questo tipo di aggregazione . Vediamo in cosa consiste un'Organizzazione di Produttori. Si tratta, anzitutto, di società di capitali, che devono avere un particolare oggetto sociale (la concentrazione dell'offerta e l'immissione sul mercato della produzione degli aderenti) e che sono disciplinate da regole particolari.  Come si vede nell'articolo, il punto fondamentale è che i soci sono obbligati a vendere alla OP una determinata percentuale della loro produzione, in quanto è solo co

L'imposta sul valore aggiunto (IVA)

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 Il programma di Economia Aziendale dei primi 2 anni, tra le altre questioni, affronta il pippotto che riguarda l'Imposta sul Valore Aggiunto.  Argomento fastidioso per un allievo di 16 anni, con la testa da tutt'altra parte che sulle finanze statali e sulle modalità di finanziare le spese pubbliche con un'imposta come l'IVA. Però la questione va affrontata, volenti o nolenti. Quindi, proviamo a capire come organizzarci. Anzitutto si deve comprendere la natura dell'imposta, cioè imposta indiretta, sui consumi. E' indiretta perchè non si paga in base a "quanto siamo ricchi" (quanto guadagniamo) ma si paga in base a "quanto dimostriamo di essere ricchi" (quanto spendiamo, anche se non siamo ricchi e ci hanno prestato i soldi gli altri). Tanto è vero che l'IVA la pagano anche i ragazzi, che non hanno reddito ma si comprano il cellulare con i soldi dei genitori; la pagano anche i poveri, quando comprano il pane e l'acqua.  Quindi, le mi